Fiducia nelle macchine: sì, no, perché

Il primo Novecento fu periodo di massima sperimentazione. Si iniziava ad avere fiducia in quelle nuove macchine che di lì a poco avrebbero rivoluzionato la vita di ogni famiglia, entrando per la prima volta nelle case di tutti. Se prima le macchine (tessili, a vapore, etc) erano sempre rimaste relegate in un settore specifico della società, cioè la fabbrica, nella prima metà del Novecento entrano senza distinzione nell'ambito più prettamente quotidiano e domestico. Questo passaggio, pur graduale, avvenne in America circa due decadi prima che in Europa, dove si affermò solo al termine della Seconda Guerra Mondiale, ma ci pone di fronte a un interrogativo quanto mai attuale: qual è la fiducia che noi uomini possiamo riporre in macchine intelligenti e fino a che punto possiamo perfezionarle?

Cosa se ne diceva?


Le macchine moderne <<non dureranno mai! Meglio le carrozze a cavalli>> (Fumetto Disney tramite il blog Epistemologia della Macchina)

Le Beau, Continuazione della Storia degli Imperatori Romani o sia Storia del Basso Impero da Costantino il Grande sino alla presa di Costantinopoli, Napoli, 1784. <<Essendo gli assalti riusciti vani ed inutili, [i barbari] riposero tutta la loro fiducia nelle macchine. Ne fabbricarono in fretta di ogni sorta (...)>> (p.177) ma le macchine non hanno successo: <<[Sapore, Re di Persia] Veggendo tutte le sue macchine distrutte, e incendiate, e nulla sperando da' mezzi, che aveva posti in opera fino allora fece innalzare (...) delle mura larghe terrazze (...)>> (p.179) e solo in questo modo i Persiani riescono a conquistare Amido. Le macchine sono inutili: meglio affidarsi alle proprie forze.

Una testimonianza sulle automobili, proveniente dal 1905:
Mario Morasso, La nuova arma (la macchina), 1905, in Vittorio Marchis, Storia delle macchine, seconda edizione, Roma: Laterza, 2010, pag. 281: <<Così è che tutte le grida, tutti i vituperi odierni contro l'automobile, contro la cosiddetta macchina di morte, rimarranno del tutto vani, non impediranno al rapido arnese il suo sviluppo, né minimamente lo ritarderanno e tra pochi anni si correrà per le strade a 80 e 100 chilometri all'ora normalmente, serenamente, senza alcun allarme, come oggi a 20 chilometri. [...] è grossolano errore quello di ritenere inutile l'automobile [...]. Non è qui il luogo per dimostrare l'importanza, incalcolabile ora, dell'automobilismo.>>.

Cosa se ne dice?


<<In un futuro ormai prossimo, la maggior parte (tutti?) gli oggetti, le macchine e le persone saranno interconnessi>> (Tech Economy)

Stephen Kern, Il tempo e lo spazio: La percezione del mondo tra Otto e Novecento, Milano: Il Mulino, 2007: <<Nel periodo che va dal 1880 allo scoppio della prima guerra mondiale una serie di radicali cambiamenti nella tecnologia e nella cultura creò nuovi, caratteristici modi di pensare e di esperire lo spazio e il tempo. Innovazioni tecnologiche che comprendono il telefono, la radiotelegrafia, i raggi X, il cinema, la bicicletta, l'automobile e l'aeroplano posero il fondamento materiale per questo nuovo orientamento; sviluppi culturali indipendenti quali il romanzo del flusso di coscienza, la psicoanalisi, il cubismo e la teoria della relatività [1905, nda] plasmarono direttamente la coscienza: il risultato fu una trasformazione delle dimensioni della vita e del pensiero.>> (p. 7)


Ray Kurzweil, The Age of Intelligent Machines, Boston: The MIT Press, 1992: <<Facts alone do not constitute knowledge. For information to become knowledge, it must incorporate the relationships between ideas. And for the knowledge to be useful, the links describing how concepts interact must be easily accessed, updated, and manipulated.>> (p. 284). Prologue